Presentatisi alla prima Open Call de L’Olifante, i Galateo Animale sono entrati nella Top 5 dei gradimenti della nostra giuria. Con questa recensione, proviamo a spiegarvi perché questa band è riuscita a entrare nelle grazie dei nostri giudici.
Tre brani per capire Galateo Animale (2019)
Cosa dire dei Galateo Animale? Con questa band, nata nel bresciano, è complicato avere mezze misure. In buona sostanza, o li ami o li odi. In ogni caso, è impossibile che il loro album d’esordio, l’omonimo Galateo Animale, ti scivoli addosso.
E questa sensazione si ha subito, fin dalle prime battute. L’opening track, Delirio Saltatorio, dopo 30 secondi di valido e massiccio sound Alternative Metal, diventa, senza alcun preavviso – eccezion fatta per il titolo – delirante. La prima strofa è, in buona sostanza, un rincorrersi di monosillabi intonati come un canto orientale su una base di arpeggi vagamente dissonanti. A quel punto, non puoi che pensare tra te e te, “Ok, a questi ragazzi non interessa piacere proprio a nessuno”. Perché, se il primo minuto di un album d’esordio dovrebbe essere il biglietto da visita di una band, i Galateo Animale si presentano obiettivamente solidi sugli strumenti, ma respingenti per l’ascoltatore medio. E questa cifra stilistica si mantiene per tutti i 10 brani dell’album. Le loro scelte sono bizzarre, grottesche, controintuitive e dannatamente originali.
O li ami o li odi, appunto. Se li odi, però, c’è una buona possibilità che tu sia, quanto meno, un ascoltatore superficiale. La stessa Delirio Saltatorio, nei restanti 3 minuti che la compongono, si evolve in un pezzo che ricorda i migliori Alice In Chains dell’album “tripod”, con una linea vocale convincente che rimane in testa e ti trascina nel mondo distorto che il testo, ricco di immagini affastellate, cerca di descrivere.
L’album prosegue con Yogurthata, un buon esercizio di Industrial Metal, se solo non comparissero, nel bel mezzo del brano, note etniche indo-persiane e “mantra d’acqua”. Con Anna, la sperimentazione si fa per così dire linguistica e i Galateo Animale decidono di cantare un testo al contrario, come da lezione degli Elio e Le Storie Tese. Qualcosa è rimasto…(Bulimia 80), introdotta da un ritmo che ricorda dei pattern di Steve Copeland, riprende la tradizione della canzone punk-politica italiana e parla del decennio più nostalgico del Novecento.
Perché ascoltare i Galateo Animale?
Un continuo discorso di esplorazioni musicali costella ogni singolo pezzo dell’album, fino a condurre al climax di questa prima fatica musicale dei GA, ovvero l’immaginifica TSO. Come non rimanere colpiti davanti a un pezzo che parte samba, diventa punk ed esplode in un ritornello alternative che ricorda tanta produzione dei Tool?
Prendere o lasciare, amare o odiare, i Galateo Animale sono una band che non entra in punta di piedi nella tua vita. Questo Galateo non assegna posti ben precisi alle posate, ma afferra la materia musicale e la maltratta per farne qualcosa di nuovo e bello per tutti gli appassionati più animaleschi e “selvatici”.
Un ascolto consigliatissimo!